A.I. Intelligenza Artificiale
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Ian Watson
L'ultimo sceneggiatore del film intervistato in Italia

Scrittore inglese di fantascienza, è stato contattato per collaborare alla stesura del racconto per A.I. in collaborazione con Brian Aldiss e Sara Maitland. A film ultimato ha ricevuto il credit "Screen Story": per la stesura della sceneggiatura, Spielberg è partito dal trattamento di circa 90 pagine firmato Watson e realizzato sotto il controllo di Kubrick.

 
2001: l'Odissea non è finita
di Federico Greco

Ian Watson ha lavorato con Stanley Kubrick al soggetto del film postumo, A.I., alternandosi con Sara Maitland e Brian Aldiss. L'abbiamo intervistato su questo e su 2001.

Mr Watson, lei ha lavorato con Stanley Kubrick al soggetto del film postumo del regista, Artificial Intelligence, alternandosi con Sara Maitland e Brian Aldiss. Durante i suoi incontri con Kubrick, parlavate mai del suo altro grande film di fantascienza, 2001?
Stanley non parlava molto con me degli altri suoi film. Discutevamo essenzialmente della linea narrativa del film su cui stavamo lavorando, e ogni tanto di qualunque altra cosa... che so, di Saddam Hussein, di politica, di crittografia, qualunque cosa... Non mi aspettavo che mi parlasse delle tecniche di ripresa di un film; quello era il suo campo, non il mio. Solo se e quando arrivavamo ad una story-line coerente e solida allora si occupava volentieri del lato tecnico. Per esempio a chi toccasse occuparsi - se a lui o a coloro che pagava per questo - di ciò di cui aveva bisogno. Parlare degli altri suoi film lo avrebbe distratto, a parte ogni tanto - incidentalmente - quando veniva fuori qualche aneddoto. Stanley conservava le cose in compartimenti mentali separati.

Come scrittore di fantascienza, qual è la sua opinione di 2001?
Ho ammirato 2001. Non so se mi sia piaciuto. In qualche modo lo considero contemporaneamente uno dei più sottili e noiosi film degli ultimi 50 anni. Guardarlo una seconda o terza volta non è per me una grande esperienza. E' piuttosto una meditazione visiva che un film. Comunque un film molto importante, e tutt'oggi lontano mille miglia dal diluvio di film di fantascienza che sono seguiti, con qualche eccezione tutti deludenti. Tra le eccezioni, per esempio, Gattaca, oppure Dune, di David Lynch, che era così fedele al libro da disorientare chi non avesse letto Frank Herbert. Per esempio nel finale, quando Alia sibila: "perché sei Kwisach Haderach" senza che se ne sia fatta precedentemente menzione nel film. Oppure Dark City, simile e nello stesso tempo molto migliore dell'ultra-pubblicizzato Matrix, un kung-fu movie travestito da film di fantascienza e pieno di idiozie nella trama. Veramente fastidioso. Il problema è che i film di fantascienza genuini, ben fatti, non fanno soldi al botteghino. Forse perché sono troppo intelligenti. E' il trionfo degli effetti speciali...

Sempre a proposito di 2001 e del monolite - indizio di una forma di vita aliena intelligente - cosa ne pensa della possibilità di vita extraterrestre?
Beh, sarei portato a dire che forme di vita primitiva possono arrivare ad esistere dovunque ne esista la possibilità, ma la strada verso un'intelligenza consapevole come la nostra prevede necessariamente una tale sequenza di eventi e possibilità che è più verosimile che la nostra sia l'unica forma di vita intelligente dell'universo. Oppure che qualunque altra forma sia così distante e irraggiungibile che non ne verremo mai a conoscenza. Grazie all'ingegneria genetica è possibile che i nostri stessi discendenti diventeranno gli alieni, essendo l'unica altra ipotesi quella delle intelligenze artificiali che potremmo inventare, se è vero che lÂ’intelligenza artificiale può essere una realtà. Come scrittore di fantascienza spero che prima o poi troveremo civiltà extraterrestri e che saremo in grado di contattarle, ma più realisticamente potrebbe non essere così.

Cinema.Zip, 21 Luglio 2001

Ian Watson
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