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La realizzazione di A.I.
Come è stato realizzato il film, dagli studi di Kubrick alla regia di Spielberg

La novella Supertoys Last All Summer Long di Brian Aldiss è stata pubblicata in Harper's Bazaar nel 1969. Durante la post-produzione di Barry Lyndon, Kubrick e Aldiss si incontrarono a pranzo, grazie al complimento che lo stesso Aldiss aveva fatto al regista, definendolo il miglior scrittore di fantascienza. Discutendo di un'eventuale proposta di collaborazione, Kubrick scelse proprio Supertoys come base di partenza, affascinato dal gelido rapporto che si instaurava nel racconto tra il piccolo robot David e la sua mamma.

Allo stesso modo in cui aveva espanso il racconto breve La Sentinella di Arthur C. Clarke per arrivare alla storia di 2001, Kubrick pensava di ampliare Supertoys imbastendoci suggestioni dal Pinocchio di Carlo Collodi. Dopo che Aldiss aveva fallito trovando molto difficile stare sulla stessa lunghezza d'onda di Kubrick (che era fermamente convinto a creare una favola fantascientifica), molti altri scrittori furono contattati per mettere su carta le idee del regista. Tra questi il veterano della fantascienza Bob Shaw, e Ian Watson, che nel 1990 aggiunse al racconto la figura di Gigolo Joe e terminò il suo lavoro con un trattamento di 90 pagine che includeva stralci di dialoghi. Nel 1995 fu contattata l'autrice di romanzi Sara Maitland per mettere in evidenza l'aspetto mitologico della storia.

DisegnoContemporaneamente al lavoro di perfezionamento della sceneggiatura, dall'inizio degli anni '90 Kubrick aveva iniziato ad occuparsi dello sviluppo visivo del progetto: nel 1996 sul newsgroup alt.movies.kubrick è comparso, allegato ad un post, un disegno, probabilmente realizzato alcuni anni prima. Si trattava di una prima versione, quindi era poco dettagliato: nelle successive rifiniture, le pareti che si vedono sarebbero state disegnate come enormi formazioni di ghiaccio. La struttura metallica legata con dei cavi era stata indicata come una ruota panoramica in rovina, incastrata nel ghiaccio, riportata alla luce dalle due macchine in volo. La fonte del messaggio postato su amk aveva anche rivelato che un disegnatore era stato assoldato per disegnare a casa di Kubrick alcuni sketch delle calotte polari e della Statua della Libertà sommersa dalle acque, salvo essere licenziato dopo diversi mesi per aver prodotto un solo disegno.

Successivamente Kubrick commissionò a Christopher Baker, un fumettista inglese noto nell'ambiente col nome di Fangorn, la realizzazione di circa mille disegni concettuali basati sul trattamento di 90 pagine di Watson. Alcuni di questi sketch per lo storyboard sono mostrati nel documentario Stanley Kubrick: a Life in Pictures.

 

Disegno
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Bozzetto per New York sommersa dai mari dopo lo scioglimento dei ghiacciai a causa dell'effetto serra.
Sketch per le attrazioni di Rouge City.
   
Disegno
Disegno
Disegno per il "moon balloon" usato per catturare i mecha in fuga.

Fangorn "A.I." Istituto Criogenico.
Stanley, ho preso uno dei miei bozzetti e ho fatto una versione più dettagliata. Penso che varrebbe la pena lavorarci su un po' più in questo modo. Che ne pensi? Chris

Anche Chris Cunningham, regista di videoclip per Bjork e Madonna, entrò a far parte del progetto, per creare piccoli robot dalle fattezze umane. Per un certo periodo di tempo, alcune macchine umane furono realmente fatte funzionare; Jan Harlan ha dichiarato a Steven Rose del Guardian: "Cercavamo di costruire macchine controllate a distanza e roba del genere. Cercammo di costruire un bambino con una faccia di gomma che si poteva muovere, per vedere se potevamo farlo sembrare naturale. Ma fu un completo fallimento... era orribile."

Kubrick consultò anche Hans Moravec della Carnegie-Mellon University, il cui libro sull'intelligenza artificiale "Mind Children" diventò la fonte basilare di riferimento del progetto.

Dopo aver considerato nel 1993 anche la Industrial Light & Magic per lo sviluppo degli effetti speciali, realizzando una sequenza completamente digitale in cui un elicottero sorvolava onde in tempesta nel Mare del Nord, Kubrick passò ad interessarsi ad Eyes Wide Shut.

Le pre-produzioni per i due film andarono avanti simultaneamente. Terry Semel ha detto a Paul Joyce nel suo documentario The Last Movie: Stanley Kubrick & Eyes Wide Shut: "Stava preparando A.I. per un certo periodo di tempo mentre lavorava ad Eyes Wide Shut: dopo che la sceneggiatura con Raphael era stata terminata, Stanley era determinato a non proseguire solamente con quel progetto. Fu una scelta sua, voleva avere più di una possibilità la prossima volta. Così si prese un anno o due in più del previsto per lavorare a due progetti allo stesso tempo."

La relazione fatta di telefonate e fax con Spielberg andava avanti da anni dopo il loro primo incontro sui set di Shining e I predatori dell'Arca Perduta: inevitabilmente le conversazioni riguardavano anche A.I. per la cui sceneggiatura Spielberg arrivò perfino a suggerire diversi nomi di scrittori, tra cui sua sorella Anne, ma nessuno di questi fu apprezzato da Kubrick. Stando alle dichiarazioni uscite dopo la realizzazione del film da parte di Spielberg, Kubrick avrebbe affermato, attorno al 1994, che la sensibilità di Spielberg era più consona all'idea che lui aveva di A.I., per il quale vedeva migliore un trattamento alla E.T. piuttosto di uno in stile 2001. La proposta di "una produzione Stanley Kubrick per un film di Steven Spielberg" era allettante e Spielberg inizialmente avrebbe accettato la proposta, per poi tirarsi indietro in rispetto dell'enorme passione e coinvolgimento di Kubrick per il progetto.

Dopo la morte di Kubrick nel 1999, sua moglie Christiane e Jan Harlan, produttore e cognato del regista, passarono ufficialmente il progetto nelle mani di Spielberg, inclusi il trattamento di 90 pagine (che giustifica il credit "Story by" di Watson) e le tonnellate di materiale accumulato negli anni precedenti da Kubrick. "Ho capito molto di Stanley," ha affermato Spielberg, "leggendo tutto questo materiale, specialmente le sue note scritte a mano. Ero sorpreso da quanto bene ho dovuto conoscerlo. Stanley mi ha fornito l'archeologia del progetto, le diverse strade percorse e le differenti versioni di come A.I. sarebbe potuto essere. Ho dovuto mettere ordine in tutti questi indizi per essere in grado di raggiungere qualcosa in cui mi sarei potuto immergere per sperare di rendere fiero Stanley."

Il passaggio del testimone ha cambiato ovviamente il progetto: nella versione di Kubrick, Gigolo Joe era un personaggio molto più sinistro, una sorta di predatore, e Rouge City era un ammasso di edifici con innumerevoli insinuazioni architettoniche, date da torri di forma fallica e palazzi che si presentavano come gambe umane aperte. "Se Stanley avesse fatto il film, probabilmente starebbe ancora combattendo con la MPAA per un visto di censura Restricted", ha dichiarato scherzando Harlan.

Per i testi di questo dossier ©ArchivioKubrick
Alcune informazioni sono tratte dal sito The Kubrick FAQ e da Empire, Ottobre 2001, e tradotte dall'inglese per ArchivioKubrick

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