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Kubrick spiega la meccanica dell'arancia
di Bernard Weinraub

LONDRA, 3 Gennaio
Stanley Kubrick è cresciuto sulla Grand Concourse e la 196esima Strada nel Bronx, frequentando senza troppa assiduità la Taft High School ma senza mancare mai l'appuntamento due volte la settimana coi doppi spettacoli dei cinema Loew's Paradise e R.K.O. Fordham.

"Una delle cose importanti nel vedere otto volte a settimana i film sfornati da Hollywood era accorgersi che erano fatti veramente male", afferma il regista oggi 43enne. "Senza neppure preoccuparmi di capire quali sono i problemi connessi col fare cinema, mi ero fatto l'idea che non potevo certo fare film peggiori di quelli che vedevo. In effetti pensavo che potevo farli decisamente meglio."

Pochi critici e cinefili metterebbero questa affermazione in discussione. Grazie a film come Orizzonti di Gloria, Lolita, Il Dottor Stranamore, 2001: Odissea nello Spazio e adesso con Arancia Meccanica, Kubrick ha saldamente preso posto tra l'empireo dei registi di fama internazionale. La scorsa settimana, l'associazione dei critici di New York ha inserito Arancia Meccanica nella rosa dei film dell'anno e Kubrick è stato votato come miglior regista.

L'ufficio a casa
Kubrick adesso vive in una casa dispersa nelle campagne di Borehamwood, a 30 minuti da Londra, con la sua terza moglie Christiane, pittrice, e con le sue tre figlie, insieme a sette gatti e tre golden retriever. La villa, racchiusa da una cinta di mattoni, contiene anche gli uffici del regista e l'attrezzatura per il montaggio.

"E' molto piacevole, molto tranquillo e molto civile l'ambiente inglese", ha confessato Kubrick in un'intervista. "Londra è nel miglior senso possibile quello che New York deve essere stata attorno al 1910. Devo vivere dove giro i film, e siccome tutto ha funzionato bene finora, negli ultimi 10 anni ho trascorso la maggior parte del mio tempo a Londra."

Kubrick discute il suo lavoro - e la sua carriera - con un po' di difficoltà. Parla in modo gentile e spontaneo, con accento newyorkese, ma rimane teso e in qualche misura distratto.

In un ristorante vicino casa sua, siede indossando un pesante impermeabile, consuma il pasto in 15 minuti e poi si toglie il cappotto con fare assente. Lentamente si rilassa e inizia a parlare di Arancia Meccanica, tratto dal raggelante romanzo di Anthony Burgess.

"Il libro mi è stato passato da Terry Southern durante uno dei momenti in cui ero occupatissimo dietro a 2001", ricorda. "Lo misi da una parte e me ne scordai per circa un anno e mezzo. Poi un giorno lo ripresi in mano e cominciai a leggerlo. Il libro ebbe un impatto immediato su di me."

Una visione impietosa
"Ero entusiasta di ogni cosa del libro, dalla trama alle idee, dai personaggi fino, ovviamente, al linguaggio. Inoltre, la storia aveva una dimensione maneggevole in prospettiva di un adattamento cinematografico."

Il film è una visione impietosa nel nostro prossimo futuro. Bande di vagabondi stuprano, uccidono, picchiano e rubano. I cittadini vivono in una cultura da pop art vadalizzata, vistosa, gelida e sporca. I politici e le forze dell'ordine sono corrotti. Il personaggio principale, Alex (Malcolm McDowell), è trasformato dagli scienziati conniventi col potere da un duro dei sobborghi ad un cittadino modello senza difese, solo per risorgere, alla fine, in una nuova forma non dissimile dal suo stato originario.

"La storia funziona, ovviamente, su vari livelli, politico, sociologico, filosofico e, più importante di tutti, su una sorta di livello psico-simbolico simile a quello dei sogni", dichiara Kubrick.

"Alex è un personaggio che alla luce di ogni considerazione logica e razionale dovrebbe suscitare antipatia e anzi, con ogni probabilità, il pubblico dovrebbe aborrirlo", continua. "Eppure, nello stesso modo in cui Riccardo III gradualmente riesce ad eludere la tua disapprovazione, Alex ti trascina dentro la sua visione della vita. La storia produce questo effetto, che è per la mente del pubblico l'illuminazione artistica più piacevole e sorprendente."

"Penso che il pubblico che guarda un film o assiste a un dramma teatrale si trovi in uno stato molto simile a quello dei sogni e ritengo che l'esperienza drammatizzata diventi una specie di sogno controllato. Ma il punto importante qui è che il film comunica ad un livello inconscio e che il pubblico risponde agli snodi basilari della storia ad un tale livello, come farebbe appunto con un sogno."

L'uomo nello stato naturale
"A questo livello, Alex simbolizza l'uomo nel suo stato naturale, lo stato in cui sarebbe se la società non gli avesse imposto i suoi processi civilizzanti."

"Quello a cui rispondiamo in modo inconscio è il senso di libertà di Alex, che gli permette di uccidere e stuprare senza sentirsi in colpa, che è in parallelo la nostra condizione naturale selvaggia. E' in questo lampo di consapevolezza sulla vera natura dell'uomo che risiede il potere di questa storia."

Come artista, Kubrick ha un punto di vista innegabilmente cupo. "Una delle fallacità più pericolose che ha influenzato molti ragionamenti politici e filosofici è che l'uomo sia essenzialmente buono e che sia la società a renderlo cattivo", afferma. "Rousseau ha trasferito il peccato originale dall'uomo alla società e questa visione ha contribuito in modo rilevante a quella che io ritengo sia una premessa incorretta su cui basare una filosofia politica e morale."

Regista tecnicamente abile i cui collaboratori ritengono ossessionato dal suo lavoro, Kubrick raramente va alle feste o si prende una vacanza. (L'ultima è stata nel 1961 quando finì di girare Lolita.) Coerentemente, in questo periodo passa notte e giorno a controllare le copie stampate di Arancia Meccanica, con la prospettiva di averne 50 da controllare nei prossimi mesi quando il film sarà distributo in tutto il mondo.

"I laboratori possono commettere errori gravissimi", dice il regista che ha iniziato la sua carriera come fotografo per la rivista LOOK. "Giusto la notte scorsa ho visto Orizzonti di Gloria in televisione, e il laboratorio aveva stampato diversi rulli fuori sincrono. Le macchine di stampa possono fare le copie troppo scure, troppo chiare, o coi colori sbagliati. Ci sono molte variabili in gioco."

Fornire le giuste idee
Discutendo il suo ruolo come regista, Kubrick afferma: "Per quanto riguarda la direzione degli attori, il lavoro di un regista è più vicino a quello di un romanziere piuttosto che a quello di uno Svengali. Gli attori che si mettono sotto contratto dovrebbero essere già in grado di fare virtuosismi. E' troppo tardi per metter su un corso di recitazione quando si è davanti alle macchine da presa e, fondamentalmente, quello che il regista deve fare è fornire le giuste idee per la scena, il giusto avverbio, il giusto aggettivo."

"Il regista deve sempre essere in grado di esercitare il gusto estetico", aggiunge. "Sorgono sempre le stesse domande: è credibile? E' interessante? E' appropriato? Solo il regista può sciogliere questi dubbi."

Kubrick dice che raramente la critica lo ha condizionato, fosse essa buona o cattiva. "Nessuna recensione mi ha mai illuminato su alcun aspetto del mio lavoro", ammette.

Il regista rivela che il suo prossimo film sarà su Napoleone, ma che un giorno spera di girare un film a New York. "Mi piacerebbe catturare su pellicola alcune delle sensazioni che ho riguardo il Bronx o Manhattan", confessa. "Amo New York - o almeno amo la New York che conoscevo un tempo."

Kubrick tells what makes A Clockwork Orange tick, di Bernard Weinraub
The New York Times, 4 Gennaio 1972
Traduzione dall'inglese per ArchivioKubrick

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