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Jan Harlan
(1937)

Produttore esecutivo dei film di Kubrick da Arancia Meccanica in poi, è il fratello di Christiane, terza moglie del regista. Ha diretto il documentario Stanley Kubrick: a Life in Pictures, che rientra nella strategia di ridefinizione d'immagine che la famiglia ha attuato dopo la morte di Stanley per sminuirne la fama di regista dispotico ed eremitico. Il documentario ha debuttato al festival di Berlino e in Italia è stato proiettato alla premiere della riedizione di 2001: Odissea nello Spazio in versione restaurata. Il primo marzo 2001 è stato invitato con la sorella e le nipoti in Vaticano, per una proiezione speciale del film. In tutte queste occasioni Harlan ha rilasciato interviste sulla sua esperienza come membro di famiglia del "clan Kubrick", non sempre brillando per onestà intellettuale. Sono disponibili anche numerosi suoi interventi relativi al film Artificial Intelligence, da lui prodotto.

 
Su Kubrick: Conversazione con il documentarista di Kubrick
 

Stanley Kubrick è uno dei più controversi registi contemporanei. Ci sono molte informazioni su di lui, ma fino ad oggi nessuno aveva mai messo tutto insieme, come invece ha fatto Jan Harlan, il cui fantastico Stanley Kubrick: A Life in Pictures sta per essere distribuito come parte integrante della nuova Stanley Kubrick Collection.
Abbiamo avuto l'opportunità di parlare con Jan di Kubrick, e abbiamo usato alcune delle domande dei lettori di DVD Talk come base per la nostra intervista.

In che misura Stanley Kubrick era interessato ai DVD? Che tipo di rapporto aveva con questa tecnologia?
Erano i primi tempi che il formato del DVD era uscito, e la cosa più eccitante per noi era che i Paesi che doppiano i film, come la Germania, la Francia, l'Italia e la Spagna, potevano adesso avere la possibilità di sbarazzarsi delle vecchie sporche copie doppiate e tornare alle versioni originali. E se anche il pubblico non parla affatto inglese, ci sono sempre i sottotitoli in francese, tedesco o italiano: si tratta comunque di un compromesso molto migliore. Si sa che Stanley non amava il doppiaggio, anche se provavamo veramente a mettercela tutta per averne uno decente. Ma è qualcosa che proprio non può venire bene. Ci sono sempre dei difetti. Mi ricordo che una volta Stanley disse che i tedeschi si erano presi la rivincita dopo aver perso la guerra doppiando i suoi film. Pensai che fosse una battuta.

Sono sicuro che vedere Orizzonti di Gloria doppiato in tedesco sia un'esperienza surreale.
Oh, è terribile. Voglio dire, ogni film doppiato in tedesco è terribile. Ogni film doppiato in francese o in spagnolo. Si immagini anche l'altro punto di vista. Vedere un film tedesco, L'Angelo Azzurro o M, se lo immagini doppiato in inglese. Non funziona.

Parlando di alterazioni all'opera di Kubrick, una delle controversie più recenti riguarda la scena dell'orgia in Eyes Wide Shut.
Sì, è vero.

Vorrei sapere se lei può aiutarci a fare luce sulla faccenda. Kubrick è stato coinvolto in questa decisione? Come è stato deciso di inserire le figure digitali nella scena?
Va bene, risponderò una volta per tutte e in modo completo. Il film fu proiettato la prima volta il primo marzo, per Bob Daly, Tom Cruise and Nicole Kidman a New York. Fu proiettata la copia di lavoro. Nigel Galt, il montatore, era lì anche lui. Tutti adorarono il film, completamente. Chiamarono Stanley per dirgli quanto fosse loro piaciuto e che tutti, proprio tutti, erano veramente entusiasti. Stanley fu quindi molto, molto felice, quando morì una settimana dopo. Poi, sei o sette settimane più tardi, quando l'intera faccenda si era un po' raffreddata, dovevamo finire il film. Non potevamo toccare il montaggio - era impossibile - ma c'erano alcune cose da fare per il doppiaggio e il commento musicale. Era comunque tutto già programmato. Dovevamo solo mettere in pratica quello che era già stato deciso. Così eseguimmo fedelmente il nostro lavoro. Parallelamente a questo, c'era la faccenda del visto censura. Abbiamo dovuto proiettare una copia del film alla MPAA e loro insistettero che la scena dell'orgia venisse cambiata. E come si poteva cambiarla? Se Stanley fosse stato vivo l'avrebbe fatto lui, anche perché aveva l'obbligo di consegnare un film con visto Restricted, una clausola già pattuita e che ovviamente non fu oggetto di discussione. Se lui fosse stato in vita, avrebbe rimontato la scena. E' una cosa molto semplice da fare. L'avrei potuto fare anche io. Chiunque l'avrebbe potuto fare. Basta restare su Tom senza staccare sulle inquadrature di copulazione, basta stare su Tom che guarda e cammina, è così che si poteva fare. Ma non potevamo farlo. Ci sarebbe stata una sommossa se la Warner Bros. o qualcun altro avesse rimontato il montaggio di Stanley. Così avevamo solo una possibilità di scelta, e cioè aggiungere elettronicamente o digitalmente persone in mantello nero, bit dopo bit e il meno possibile, finché la MPAA avesse acconsentito a dare al film un visto R. Ecco la risposta completa.

Riusciremo mai a vedere la scena come è stata girata?
Non lo so. Voglio dire, il resto del mondo la vede in versione originale, mentre negli Stati Uniti abbiamo la versione con visto R. Non posso rispondere alla domanda. Spetta alla Warner Bros. Penso comunque che la Warner Bros. non lo farà perchè non distribuiscono film vietati ai minori di 17 anni su DVD.

Kubrick si è mai azzuffato con la MPAA per i suoi film?
Con la MPAA? Beh, non c'è mai stata una vera battaglia. Le persone alla MPAA sono molto, molto gentili. C'era una donna che aveva avuto l'incarico di trattare con me. Era una persona molto intelligente. Disse: "Guarda, a me personalmente il film non ha irritato. Credo sia molto sciocco, questo processo, ma devo seguire le mie regole." E le sue regole erano: puoi avere questo e non puoi avere quest'altro. Voglio dire, è molto semplice. C'erano troppi nudi. Sì, puoi averne un po', ma non troppi. Non mi chieda perché. Per come la vedo io, non credo ci sia molta differenza se si vedono tre persone nude o sette, ma evidentemente ce n'è. Queste sono le regole.

Di tutti i film di Kubrick, ce n'era uno di cui era particolarmente soddisfatto o che reputava migliore di tutti gli altri suoi film?
Beh credo che gli piacesse particolarmente Eyes Wide Shut. Davvero. Era sul serio felice del film. Probabilmente perché era stato il film più difficile da fare per lui. Era una lotta così grande, e un argomento così difficile. Era un film a chiave. Ci sono così tanti particolari che il pubblico deve proprio decifrare personalmente. E delle interpretazioni fantastiche, da parte di tutti, e lui ne era entusiasta. Ma ovviamente credo che il pubblico non abbia condiviso il suo entusiasmo, almeno non nel Nord Europa e nella parte di mondo anglosassone. In Giappone invece sì. E in italia, in Spagna e in Francia. Ma si sa che così vanno le cose. C'è poco da fare. Gli piacevano anche altri suoi film. Voglio dire, amava incondizionatamente i suoi film. Nessun dubbio su questo. Era felice di 2001.

Stanley guardava mai i suoi film? Li rivisitava anni dopo averli fatti?
Solo se doveva farlo. Ad esempio quando c'era una nuova stampa da fare per una riedizione o per la televisione. Allora li avrebbe rivisti per sincerarsi che avessero una buona copia. Oppure per ragioni di carattere tecnico. Ma non riguardava i suoi film per intrattenimento.

Quali film e registi ammirava Stanley Kubrick?
Ce ne erano tanti. Adorava Woody Allen, Steven Spielberg, Ingmar Bergman, Carlos Saura, Edgar Reitz, Fellini. Già, proprio tanti. Edgar Reitz aveva fatto un film chiamato Heimat. Con delle sequenze sorprendenti. La miglior cosa uscita fuori dalla Germania dopo la guerra. E la avverto, ben poche cose sono uscite dalla Germania dopo la guerra, ma Reitz è un grande. Amava anche Carlos Saura, un regista spagnolo che aveva fatto un film chiamato Crìa Cuervos. Un film meraviglioso. E anche Blood Wedding, sempre di Saura. Amava Woody Allen e gli piacevano i film di Steven Spielberg. Oh, gli piacevano un sacco di film. Era molto ben informato e in effetti guardava praticamente tutto. So anche che c'erano molti film che fermava dopo appena 10 minuti. Avevamo molte pizze di film nella nostra sala proiezioni e molte volte lui vedeva solo il primo rullo perché se il primo rullo ti lascia in qualche modo completamente freddo, il rischio di andare avanti e sprecare un'ora e mezzo è troppo grande. Era un amante appassionato dei buoni film.

Lei ha menzionato che Kubrick amava Spielberg e Allen e anche altre persone con cui lei ha parlato per il suo documentario. E nel film loro fanno riferimento a Kubrick, quasi all'unisono, come a uno dei più grandi registi che abbiano mai messo piede sulla Terra. Quali sue qualità secondo lei hanno influenzato così tante persone e hanno messo Kubrick nella altissima posizione di regista così venerato?
Beh, lui era in un certo senso piuttosto unico. Penso si possa dire lo stesso di Scorsese, il quale è stato di grande influenza sulle giovani generazioni di filmaker, anche nel mostrare come vadano fatte le cose. In questo senso Kubrick era come Picasso. Senza nulla togliere a nessuno, Picasso era, oggettivamente parlando, un'altra categoria. Semplicemente si era imposto come uno dei maggiori e più influenti pittori del secolo. Lo stesso è vero per il compositore Shostakovich. In questo senso, Kubrick ha avuto una grandissima influenza sull'intera generazione di registi. E questo non richiede che si apprezzino i suoi film. C'è un elemento di oggettività nel riconoscere l'abilità di qualcuno. Una combinazione di forma e contenuto. Ci sono stati nella storia del cinema dei registi meravigliosi. Prenda per esempio Charlie Chaplin, il quale era tutto contenuto e aveva una forma piuttosto goffa. Oppure si possono avere registi che optano esclusivamente per la forma e che hanno un contenuto poco profondo, ma con delle scenografie o degli effetti portentosi. Eppure non sapresti raccontare il contenuto di questi film a nessuno. Ma Kubrick cercava di combinare entrambi i due estremi, forma e contenuto. Molto coscientemente, voleva che i suoi film apparssero davvero corretti, benissimo fotografati, con perfetti movimenti di macchina, tutto quanto perfetto, ma insisteva anche sul contenuto.

Una delle persone che ha messo Kubrick come uno dei suoi maestri sta adesso per concludere un lavoro piuttosto particolare: Steven Spielberg sta ultimando A.I. Quanto del lavoro di Kubrick sarà trasposto nella versione cinematografica di A.I.?
Molto. Sul serio, molto. Voglio dire, avevamo più di un migliaio di disegni. Chris Baker, il disegnatore di Birmingham, un giovane molto molto bravo e di talento, ha continuato a lavorare anche per Spielberg. Poi, tutte le versioni della sceneggiatura, le ho passate a Steven e ne abbiamo discusso. Steven ha riscritto la sceneggiatura, me l'ha mostrata e io l'ho letta, ed è fantastica. E' eccellente. Stanley sarebbe stato il primo ad applaudire. Non ho alcun dubbio. Steven ha fatto un po' di cambiamenti, ma sono stati tutti molto buoni. L'ha sul serio migliorata. Steven ha un grande talento e in effetti, per quanto queste due persone siano così differenti, il loro comune denominatore è proprio il puro talento. Cosa che è difficile da descrivere perché il talento non riguarda l'intelligenza o la conoscnza, è un misto di istinto e di... beh non so cosa sia, è una qualità che indubbiamente è presente in Steven e che gli fa produrre quelle idee. Il talento è una visione. Kubrick ne era dotato, ma anche Steven ce l'ha. Quello che voglio dire è che Steven è sul serio un talento sbalorditivo. Senza alcun dubbio.

Ora, ci sono anche altre due opere che Kubrick si è lasciato per strada durante la sua carriera, il Napoleon e The Aryan Papers. Sa se ci sono progetti per pubblicare questi manoscritti o sceneggiature?
Forse lo farò. Ho un incredibile ammasso di ricerche su Napoleone e sarebbe bello pubblicare la sceneggiatura del Napoleon illustrata col materiale di ricerca. Forse lo farò l'anno prossimo, quando avrò più tempo. Non c'è fretta. E' stato lì in attesa per trent'anni, ne può aspettare un altro paio. The Aryan Papers invece è fuori dal mio controllo. Appartiene alla Warner Bros. Non ho diritti sull'opera. Non so cosa stiano facendo. Ho giusto parlato stamattina con qualcuno alla Warner. So che ci sono persone interessate allo scritto, ma è un film molto difficile da fare.

Kubrick era spesso, forse a torto, visto come un recluso. Prima di tutto, lei crede che lo fosse?
Non era affatto un recluso. C'erano sempre persone che venivano a fargli visita a casa. Ma quello che è vero, è che non parlava con la stampa, con la televisione o con la gente della radio, e che non era uno che partecipava agli eventi mondani. Veniva al mio veglione di capodanno tutti gli anni da 30 anni a questa parte, ma credo fosse l'unica festa a cui partecipava. C'erano sempre almeno trenta persone e lui le conosceva tutte. Così, se fosse stato un recluso, ecco allora cosa è un recluso. Io non definirei recluso una persona così.

C'era una ragione particolare che dava per non parlare con la stampa?
Certo che c'era. Lui sentiva sempre molto nettamente che non aveva nulla da aggiungere ai suoi film. Diceva "Se ci fosse qualcosa di importante che potrei aggiungere, l'avrei messo nel film da subito." Non gli piaceva spiegarsi. Non gli piaceva affatto. "Che cosa hai voluto dire con 2001?"

Così se fosse ancora in vita, e se le sue opere venissero rieditate su DVD un'altra volta, sarebbe strano trovare sui dischi un commento del regista.
Certo che sì. Ma era entusiasta dei DVD. L'invenzione è brillante, principalmente per le ragioni che ho detto all'inizio e inoltre per la possibilità di avere una qualità eccellente. Certamente era una cosa che gli piaceva. Era un uomo molto visivo e gli piaceva questa idea. Oltre al fatto che i Paesi con il doppiaggio potessero essere serviti meglio di prima.

Cosa portò Stanley Kubrick da New York all'Inghilterra e poi a Los Angeles?
Un piano che aiutava a portare registi stranieri in Inghilterra. Fu una serie di incentivi finanziari e per Lolita fu una gran cosa. Lei saprà che era il periodo dei boss che approvavano i grossi budget. Così si stabilì in Inghilterra. Ma tornava spesso in America, infatti iniziò a lavorare a 2001 con Arthur C. Clarke a New York. Ma poi venne il tempo delle riprese, venne allo studio M di Borehamwood, in Inghilterra, appunto. Era molto più facile fare il film lì piuttosto che in California. Beh, poi i bambini stavano crescendo e andavano a scuola. Le cose cambiano e poi a lui piaceva l'Inghilterra. In più detestava viaggiare e non volava mai, per cui era davvero una noia andare avanti e indietro in America con la nave, così si stabilì definitivamente in Inghilterra. Cosa che era iniziata per ragioni esclusivamente pratiche e finanziarie. Ma che finì perché a lui piaceva così. Gli piaceva anche il clima, gli piaceva il tempo pessimo.

Ci sono ancora alcuni miti che circondano Kubrick o i suoi film che lei può aiutare a sedare?
Un mito? Beh, che altri miti c'erano oltre all'essere recluso? Se era nevrotico? No, non penso fosse stato nevrotico. Era un perfezionista? Certo, era un perfezionista. E allora? Io lo considero un complimento. Cos'altro dicevano? La stampa inglese lo trattava come fosse matto come un cavallo. Beh, si sbagliavano proprio. Non lo era affatto. Era una persona molto ironica, gentile, esigente. Non era uno che si lasciava convincere facilmente, questo è sicuro.

On Kubrick
DVD Talk, 28 Agosto 2000
Traduzione dall'inglese per ArchivioKubrick
Jan Harlan
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