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Kubrick, la leggenda del cinema, divide Hollywood
di Giovana Grassi
Il regista compie 70 anni. Kirk Douglas: si crede Napoleone. Ustinov: mi spaventa. La Berenson: solo un timido.

Stanley Kubrick oggi compie 70 anni: è nato il 26 luglio 1928 da una famiglia ebrea originaria dell'europa centrale, ex ragazzo del Bronx con la passione degli scacchi, del Jazz e della fotografia, maestro dei mondi possibili e impossibili che il cinema riproduce. La sua filmografia dal '49 elenca 3 cortometraggi, 12 film e l'atteso Eyes Wide Shut.

Il regista che ama il cinema di Fellini e quello di Spielberg è stato raccontato in molti libri critici. Resta un mistero l'uomo che ama i gadget elettronici, gli animali e adora le tre figlie. Kubrick festeggierà il compleanno alla moviola nella sua casa ad un'ora da Londra, dove monta Eyes Wide Shut, storia di gelosia e ossessione sessuale ispirata dal Doppio Sogno di Arthur Schnitzler trasportato dalla Vienna del '25 alla New York di oggi con Tom Cruise, Nicole Kidman, Sidney Pollack, Marie Richardson: uscita prevista febbraio '99.

Il suo miglior amico, l'italiano Riccardo Aragno, adattatore dei dialoghi di molti suoi film, gli ha mandato un fax: "Non ti preoccupare: il tempo è ancora lungo." Spiritosamente Kubrick ha rimandato all'amico lo stesso fax. Stanley ha dato il nome di Riccardo al cucciolo di labrador che predilige e Aragno dice: "Stanley finiva Lolita, io lavoravo alla BBC e scrivevo il copione del nuovo film di Peter Sellers. L'uomo? Un adorabile gadget man: scoprire un nuovo modello di congegno elettronico e regalarlo è la felicità."

C'è rugine tra Kirk Douglas e Stanley, ma Kirk resta con amore e odio il suo Pigmalione. "Un ebreo ebreo come me e non un ebreo ateo", dice. Nella casa a Palm Springs di Douglas stanno in un posto d'onore le locandine dei loro film insieme: Orizzonti di Gloria e Spartacus e i due copioni pieni di appunti. Dice Kirk: "Trovai i soldi per produrre Orizzonti di Gloria perché mi ero molto innamorato del suo Rapina a Mano Armata. Poi dovetti lottare per lasciare il nome della società di produzione nei titoli del film, che lui considerava solo "di Kubrick". Per Spartacus gli portai lo sceneggiatore Dalton Trumbo. Dalton non poteva firmare essendo nella lista nera del maccartismo, Kubrick propose il suo nome. Litigammo come quando, dopo avermi fatto leggere il copione di Orizzonti di Gloria me ne presentò sul set uno più commerciale. Mai un segno di riconoscenza: un talento schiacciato da un ego napoleonico."

"Ho vinto un Oscar per Spartacus - dice invece Ustinov - ma Kubrick mi spaventa. Il cinema è il suo filtro, la sua identità." Malcom Mcdowell (Arancia Meccanica): "Girare con Kubrick è come andare alla guerra. Dopo un film con lui non ti viene voglia di riprovarci". Matthew Modine (Full Metal Jacket) ricorda: "Gli appartieni per tutto il tempo del film. Per il suo Joker in Vietnam, mi sono rasato i capelli, ho vissuto con lui e per lui per mesi. Sa far ridere e piangere. Ma in fondo è rimasto un ragazzo del Bronx." Marisa Bereson (Barry Lyndon): "Dietro il rigore c'è un uomo timido. Ha un rapporto complesso con gli attori: li rifiuta e li vuole, quasi a cercare di piegarli alle sue esigenze. Scheda tutto ed è abbonato a ogni rivista, compresa quella degli scienziati atomici." Milena Canonero, costumista premio Oscar di tanti suoi film: "Ero amica di Aragno. Mi chiese timidamente di fare i costumi per Arancia Meccanica. Iniziò una collaborazione che per Barry Lyndon mi ha dato i massimi premi. E' fedele nell'amicizia e vede molte più persone di quelle che si pensa."

Spielberg ha raccontato di aver trascorso pomeriggi con lui mentre girava Salvate il Soldato Ryan parlando di effetti speciali. Mario Longardi che ha curato il lancio italiano di tanti film di Kubrick: "Il regista si racconta con i suoi film, l'uomo si nasconde dietro di essi. Per Barry Lyndon mandò un fax perché aveva saputo che il cinema aveva un colore alle pareti che disturbava la proiezione. Riuscì a far ridipingere la sala."

Corriere della Sera, 26 Luglio 1998

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